Sulla Via Francigena da Mortara a Remondò
Una “gita” particolare lungo la Via Francigena per le Classi Prime di Scuola Secondaria.
Le classi prime della SSIG di Gambolò hanno concluso l’anno scolastico con un’uscita didattica sulla via Francigena, da Mortara a Remondò, preceduta dalla visita all’Abbazia di Sant’Albino in Mortara. È stata un’occasione per riscoprire le bellezze storiche, artistiche e naturalistiche del nostro territorio, e per ritrovare lo spazio per una socialità e una spensieratezza un po’ dimenticate in questi ultimi anni. Sono state guide preziose in queste visite il signor Adriano Arlenghi, volontario dell’Associazione “Sant’Albino e la Francigena”, la signora Franca, custode dell’ostello per i pellegrini dell’Abbazia e Padre Nunzio, rettore di Sant’Albino: a tutti loro va il nostro più caloroso grazie per l’accoglienza, l’ospitalità e le tante storie che hanno condiviso con noi.
Ecco il racconto di questa esperienza attraverso le parole di due alunni di prima, entusiasti della “gita”!
“Ciao, sono Chiara e vi voglio raccontare la mia giornata sulla Via Francigena. Appena arrivati a Sant’Albino, siamo stati accolti da un signore davvero molto gentile (Adriano) che ci ha mostrato prima lo spazio esterno, con l’antico seminario e un laghetto, che in realtà è un fontanile; poi ci ha portato all’interno di un locale dove vengono accolti i pellegrini che, passando dalla via Francigena, si fermano a Mortara: sono circa 800 all’anno e molti scelgono questo luogo di sosta per la bontà della cucina della signora Franca, che tra poco conosceremo. Lì ci ha fatto vedere dove mangiano e dove dormono i pellegrini, ci ha mostrato un grande libro in cui lasciano le loro recensioni e, dopo aver timbrato la credenziale che ognuno di noi si era costruita, ci ha raccontato le storie più particolari dei tanti viaggiatori passati di lì. Poi ci siamo trasferiti nella chiesa, molto antica: risale addirittura a Carlo Magno e ad essa è legata la storia strappalacrime di due paladini dell’Imperatore dei Franchi, Amico e Amelio, amici inseparabili, sia nella vita che nella morte. Mentre eravamo in chiesa è arrivata Franca, un’altra signora molto gentile, che ci ha parlato delle grazie e delle disgrazie di lavorare lì, facendoci ridere con storie buffe di pellegrini accompagnati da asini e carriole…!
Dopo una bella merenda all’ombra dei pioppi di sant’Albino, carichi di energie ci siamo messi in marcia; prima di partire, Adriano ci ha mostrato i segnali da seguire: rosso e bianco per i pedoni, rosso e blu per i ciclisti. E adesso si parte! Siamo passati attraverso una strada di campagna tra risaie e campi di mais; abbiamo visto lepri, aironi, un fagiano e molti fiori. Dopo ore e ore di cammino (in realtà un’ora e mezza, con diverse soste per fare merenda o solo per rilassarci), siamo arrivati a Remondò. Durante il cammino abbiamo chiacchierato, ascoltato canzoni e abbiamo cantato anche noi; ci stavamo divertendo così tanto, che avrei voluto non arrivare così presto. A Remondò siamo andati a timbrare la credenziale nella casa parrocchiale di don Andrea, poi siamo risaliti sul pulmino e siamo tornati a scuola. Consiglio quest’esperienza a tutti per passare un po’ di tempo insieme; non mi sono mai sentita così unita alla mia classe! Chiara”
“Sono le otto e mezzo del mattino e, con la mia classe, sto prendendo un autobus per andare alla mia prima gita di prima media.
Dopo un breve, ma divertente viaggio, arriviamo alla chiesa di Sant’Albino, dove colui che ci avrebbe fatto da guida già ci aspettava. Abbiamo scoperto in seguito che la nostra guida era stata un pellegrino, che aveva percorso parte del cammino di Santiago de Compostela. Questo gentilissimo signore ci ha fatto osservare varie cose all’esterno dell’Abbazia: un picciolo stagno circondato da alberi, che dava proprio una sensazione di pace e tranquillità, oppure una finestra particolare, che pare sia stata costruita nel 1400 circa.
Una volta conclusa l’osservazione della parte esterna della chiesa, ci siamo spostati all’interno, dove abbiamo potuto ascoltare le storie buffe e divertenti di una signora che si occupa di ospitare i pellegrini.
Terminato il tour della chiesa ci siamo spostati nuovamente all’esterno, dove abbiamo percorso una strada che ci ha condotto alla tanto attesa Via Francigena.
Ricordo che ci siamo avviati canticchiando canzoncine da noi inventate, ascoltando musica, scherzando e ridendo con i compagni; ogni tanto, i professori ci dicevano di fermarci, o per fare una pausa pranzo, oppure per aspettare gli alunni che erano rimasti indietro.
Quello che veramente mi ha colpito sono stati la leggerezza e il divertimento con cui ci siamo incamminati verso gli autobus che ci avrebbero riportato a scuola, per concludere la giornata con le ultime due ore di lezioni.
È stata un’esperienza bellissima, che consiglierei a tutti di provare almeno una volta. Tommaso”