Ultima modifica: 19 Marzo 2020

L’angolo del lettore

LEGGERE CI DÀ UN POSTO DOVE ANDARE
QUANDO DOBBIAMO RIMANERE DOVE SIAMO
(Mason Cooley)

 

a cura di Marina Broglia

Mai, come in questo momento così difficile, dove ogni spostamento è condizionato dalla gravità della situazione e ogni pensiero vincolato da catene invisibili, ci serve un porto sicuro, un’isola felice in cui naufragare. Proprio per questo, vorrei condividere la lettura come momento di “approdo sicuro”, come “evasione intellettuale” verso mondi sconosciuti, in compagnia di personaggi che acquistano un volto nella nostra immaginazione.

Oggi vorrei proporvi la lettura di “Marina”, di Carlos Ruiz Zafòn, un autore a me particolarmente caro. È una lettura scorrevole, ricco di suspense che mischia, in modo profondo ed emozionante, la realtà della vita alla mistica fantasia gotica di una Barcellona alla fine degli anni Settanta. Lo consiglio, visto l’argomento, ai ragazzi un po’ più grandi.

Ambientato a Barcellona, nel  1979-1980, vede come protagonista Oscar Drai , un giovane studente che vive la sua adolescenza tra le mura del collegio del posto. Di tanto in tanto ama concedersi delle ore lontano dalle soffocanti mura del convitto per esplorare le vie e i quartieri della città. Un giorno, passeggiando, viene attratto dalla musica di un grammofono che lo conduce alla finestra di una casa dalla quale sottrae ,involontariamente, un orologio da taschino dal quadrante scheggiato, appoggiato sul tavolo, e scappa. Qualche giorno dopo decide di riportarlo indietro; sarà in quell’occasione che conoscerà Marina e il suo enigmatico padre Germàn Blau, ex-pittore di fama. Una profonda amicizia legherà i due giovani che si ritroveranno a dover trovare risposte a misteri ed enigmi che avvolgono le strade di Barcellona. I due ragazzi, infatti, si ritroveranno alle prese con la storia di Michail Kolvenik, un fabbricante di protesi, il quale (in teoria morto vent’anni prima) riesce a sopravvivere grazie ad un siero che riesce a mantenerlo in vita. Per anni Michail cerca di scoprire come si potesse mantenere in vita un uomo, idea che gli venne dopo aver assistito alla morte del padre adottivo. Nel fare queste ricerche, Michail si paragona a Dio. Michail, appena finito il siero miracoloso,  cerca in tutti i modi di reperirne un’altra porzione per poter sopravvivere ancora. Questa sua furia nella ricerca del siero si imbatte su Oscar e Marina. Alla fine i ragazzi riescono a scappare con il siero da Michail. Quando tutto sembra procedere per il meglio, Oscar scopre che Marina è malata. Prima di morire, però, si fa promettere dall’amico che avrebbe scritto la loro storia e quella del misterioso caso di Kolvenik.

 

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