Ultima modifica: 14 Giugno 2015

Robotica nella nostra scuola dell’infanzia

Impiego della robotica educativa nella scuola dell’infanzia con l’ape robot Bee-bot

a cura di Antonella Caruana

In questo anno scolastico nella scuola dell’infanzia di Gambolò e di Tromello è stato sperimentato per i bambini di 5 anni il progetto di robotica promosso e realizzato dall’ insegnante Antonietta Magnesa che nel periodo di tempo compreso da ottobre a novembre 2013, ha seguito il corso di formazione “La robotica educativa” tenuto da Amanda Trovò. Da questo percorso formativo, maestra Antonietta ha voluto calare la robotica educativa nelle nostre scuole dell’infanzia.
Il progetto ha come titolo “Nel Mondo di bee-bot” e intende offrire situazioni/stimolo per aiutare i bambini ad avvicinarsi con il gioco al mondo della robotica, ad apprendere le prime basi dei linguaggi di programmazione, a visualizzare i percorsi nello spazio, a sviluppare la logica, a contare, a muoversi nello spazio e anche a promuovere le sue capacità di relazione interpersonale.
Il percorso didattico si è snodato in lezioni/gioco nelle quali il protagonista insieme ai bambini è stato un simpatico robot a forma di ape realizzato in plastica resistente che si muove su un “tappeto” (costituito da un grande cartellone suddiviso in un reticolato di quadrati 15×15) secondo la missione del gioco che l’insegnante propone. L’apina è in grado di memorizzare una serie di comandi base e muoversi su un percorso in base ai comandi registrati.
Tutti i comandi sono posizionati sul dorso della bee bot: avanti, indietro, svolta a sinistra e a destra: è possibile impostare programmi composti da massimo 40 passaggi, ciascuno costituito da un movimento in avanti/indietro, una svolta di 90° a destra/sinistra e una pausa di 1 secondo.
Molti i giochi proposti a integrare l’attività tecnologica della bee-bot nel percorso scolastico usuale: la bee-bot ha accompagnato i bambini alla riflessione del concetto di “tempo” attraverso le azioni che suddividono la giornata quotidiana e al ciclo naturale delle stagioni; la conoscenza dei simboli del Natale, della Pasqua del carnevale fino alla costruzione con le lettere, del proprio nome. Lo stesso percorso è stato effettuato anche attraverso l’ausilio di un software che ha consentito ai bambini l’utilizzo del pc.
L’ultimo tratto di questa esperienza si è conclusa con un piccolo progetto “W le regole” atto a valorizzare l’intelligenza interpersonale e intrapersonale del bambino e a sviluppare la competenza di cittadinanza attraverso uno strumento didattico nuovo come la robotica. Referenti del progetto le insegnanti Antonella Caruana e Antonietta Magnesa.
I bambini sono stati introdotti in questo tema attraverso l’ascolto di una fiaba “Lucilla alla ricerca delle regole” nella quale la protagonista una bambina di nome Lucilla, venendo da un paese senza regole dove regnava solo caos e disordine, non conosceva le regole, nessuno gliene aveva mai parlato un giorno sconsolata per quel che accadeva nel suo paese, incontra Maya l’apina bee-bot, che avendo viaggiato molto le dice di aver visto molti paesi dove regnava pace e serenità perché governato da leggi per gli adulti e regole per i bambini. Maya invita tutti i bambini presenti a spiegare a Lucilla come ci si deve comportare e soprattutto il perché e propone di fare un gioco tutti insieme affinchè Lucilla, ma non solo, comprenda e apprezzi il significato e il valore delle regole e delle leggi per una convivenza civile.
Il gioco proposto è il classico gioco dell’oca le cui caselle raffigurano azioni positive e negative riguardanti la vita sociale, il rispetto tra gli uomini, il rispetto per le piante e gli animali.
Le pedine sono le apine bee bot, ogni bambino appartenente ad una squadra capitanata da una bee- bot, lancia a turno un dado e direziona l’apina sulla casella sorteggiata, se l’azione è positiva si avanzerà di una casella se è negativa si tornerà indietro di una casella…vince la squadra che raggiungerà per primo il traguardo. La squadra vincitrice verrà premiata con dei simpatici e gustosi sacchettini di caramelle, a tutti invece verrà consegnata, come una vera e propria gara, una medaglia di partecipazione con il logo dell’apina bee-bot Maya, mascotte della legalità.
Una riflessione su entrambi i progetti realizzati è senz’altro quella che lavorare con i bambini con la bee-bot non è stato soltanto usare un oggetto e farlo andare, ma anche fare squadra. I bimbi lavorano insieme, e tendono a relazionarsi e a trovare soluzioni in collaborazione. In questi laboratori si rendono conto di quello che c’è dietro a qualcosa che si muove. A queste attività hanno sempre fatto seguito delle riflessioni, il lavoro si è alternato in momenti di autonomia dove l’errore è stato vissuto come “rinforzo” a provare e riprovare a…“imparare ad imparare”; e momenti di cooperazione dove ogni alunno mettendo in gioco tutti i tipi d’intelligenza, ha messo a disposizione del gruppo le proprie capacità imparando ad ascoltare gli altri e a farne tesoro.
Ritengo dunque che L’impiego della robotica educativa nella scuola può essere di grande aiuto perché favorisce la realizzazione di ambienti di apprendimento in grado di coniugare scienza e tecnologia, teoria e laboratorio, studio individuale e studio cooperativo.

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