Ultima modifica: 11 Febbraio 2016

La storia in un cassetto

La serata dell’8 maggio ha coinvolto la popolazione di Gambolò che è accorsa numerosa per visitare la mostra e assistere a un momento commemorativo dei propri caduti della Grande Guerra.
Si sono toccati momenti di commozione quando gli alunni hanno letto alcune lettere che Giuseppina Mazza inviava al fronte al marito Francesco Marinone, nonno del nostro Direttore.

a cura di Paola Invernizzi e Donatella Zoppi

LA STORIA IN UN CASSETTO

Con i saluti del Preside è iniziata venerdì 8 maggio la commemorazione dei caduti della Prima Guerra mondiale, in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia.
La serata ha segnato la conclusione di un progetto svolto da noi ragazzi delle classi terze delle medie dal titolo “La storia in un cassetto”.

L’obiettivo del lavoro non era ricordare o parlare dei grandi avvenimenti storici e delle grandi battaglie, ma riportare alla luce e far conoscere agli altri i nomi di molti giovani gambolesi che sono andati in guerra e che hanno trascorso gli anni più belli della loro vita combattendo e morendo al fronte.

E’ stato un modo diverso di fare storia, molto più interessante: abbiamo letto e commentato documenti e testimonianze, abbiamo cercato nel sito web della Grande Guerra i nomi dei soldati gambolesi che erano morti al fronte e alla fine, dietro a quei nomi, abbiamo ricostruito la loro storia, piccola o grande.

Dopo l’intervento del Preside, sotto la direzione dei professori di musica, noi studenti abbiamo suonato e cantato “La leggenda del Piave”, che è un po’ la canzone simbolo della Grande guerra.

Poi è iniziata la manifestazione vera e propria, strutturata in modo tale che si alternassero letture effettuate dai ragazzi, riguardanti gli avvenimenti più importanti della guerra e momenti scanditi dai canti del coro degli alpini “La vetta”.

Il momento più emozionante è stato l’appello dei caduti di Gambolò: l’insegnante chiamava il nome del militare e uno studente rispondeva “presente” e poi deponeva un papavero in un cesto. Il papavero è il simbolo del ricordo dei caduti in battaglia, soprattutto nei paesi anglosassoni ed è stato scelto proprio perché si ritiene che questi fiori fossero gli unici a crescere sui campi di battaglia.

Molto coinvolgente è stata anche la parte della serata dedicata al nonno del nostro ex-preside, il bersagliere Francesco Marinone, morto nel 1916 durante le battaglie dell’Isonzo. Alcuni alunni hanno letto le lettere che sua moglie gli mandava, informandolo di quello che succedeva a casa, dalla vendita dei fagioli, alla salute dei figli. Le lettere si concludevano con i saluti di vicini e conoscenti e con le manifestazioni di amore della moglie che gli chiedeva di stare attento e di tornare presto.

Prima della conclusione i ragazzi con il coro hanno cantato la canzone “Sul cappello”, l’inno degli alpini.

Lo spettacolo è terminato sulle note de “La guerra di Piero”, una canzone di Fabrizio De Andrè contro la guerra, nella quale mille papaveri rossi vegliano sul soldato Piero, morto in battaglia.

E’ possibile visionare lo stesso lavoro visitando la pagina dell’Associazione “Caduti di Vigevano”.

Chiara Garlaschini, Giacomo Lino, Edoardo Pavanello, Letizia Suera


Informatore Vigevanese 14 maggio 2015

 

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